Tramite quattro nuove direttive, la Commissione dell’Unione Europea ha dato un forte impulso all’attuazione concreta e pratica dei principi dell’economia circolare.
Queste direttive ne modificano precedenti, già recepite nell’ordinamento italiano:
- Direttiva 2018/849:
- 2000/53 veicoli fuori uso → D.Lgs. 209/2003
- 2000/66 rifiuti di pile ed accumulatori → D.Lgs. 188/2008
- 2012/19 RAEE → D.Lgs. 49/2014
- Discariche: Direttiva 2018/850: Dir. 1999/31 →Lgs. 36/2003
- Rifiuti: Direttiva 2018/851: Dir. 2008/98 →Lgs. 205/2010
- Imballaggi e rifiuti d’imballaggi: Direttiva 2018/852: Dir. 94/62 →Lgs. 22/1997 («Decreto Ronchi») → D.Lgs. 152/2006
Tra gli aspetti comuni alle direttive, alla cui base hanno l’applicazione dei principi dell’economia circolare, intesa sia come riduzione della produzione di rifiuti sia come incremento dei quantitativi di rifiuti riutilizzati e/o riciclati, segnaliamo in particolare:
- La definizione da parte degli Stati di strumenti, anche economici, per incentivare l’applicazione della gerarchia dei rifiuti quali ad esempio: tariffazione puntuale, incentivi fiscali, sistemi di cauzione – rimborso, appalti pubblici sostenibili ecc…
- L’attuazione di misure da parte degli Stati per prevenire la produzione di rifiuti riguardanti, ad esempio:
– modelli di produzione e consumo sostenibili
– progettazione, fabbricazione ed uso di prodotti durevoli, riparabili, riutilizzabili e aggiornabili
– disponibilità di ricambi, manuali di istruzioni, informazioni tecniche ecc..per consentire la riparazione ed il riutilizzo di beni fuori uso
- Implementazione ed estensione dell’attuazione della responsabilità estesa dei produttori dei prodotti, tramite:
- Applicazione di requisiti minimi quali, ad esempio:
- Definizione di obiettivi di gestione dei rifiuti, in linea con la gerarchia dei rifiuti
- Implementazione di un sistema di comunicazione delle informazioni, per raccogliere dati sui prodotti immessi sul mercato
- Attuazione di sistemi di raccolta dei prodotti a fine vita, a servizio dell’intero territorio
- Adozione di misure statali per incentivare la progettazione di prodotti e componenti a basso impatto ambientale tecnicamente durevoli e facilmente riparabili,che permettano una ridotta produzione di rifiuti anche tramite un più semplice recupero, un uso multiplo e l’utilizzo di materiali riciclati per la loro produzione
- Applicazione di requisiti minimi quali, ad esempio:
Tra gli aspetti riguardanti le singole direttive, segnaliamo in particolare:
Direttiva 851/2018 – rifiuti:
- Diverse modifiche alle modalità d’individuazione dei sottoprodotti e dei materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto
- Incentivazione della preparazione per il riutilizzo di beni e del recupero di rifiuti, anche tramite il compostaggio dei rifiuti organici
- Progressivo innalzamento degli obiettivi di raccolta differenziata per diverse tipologie di rifiuti urbani
Direttiva 852/2018 – imballaggi:
- Sono state modificate le definizioni ed i requisiti degli imballaggi recuperabili sotto forma di compost e di quelli biodegradabili.
In particolare, per quanto riguarda quelli biodegradabili è stato definito che gli imballaggi oxodegradabili in plastica non sono considerati biodegradabili - Gli Stati devono adottare misure per aumentare la percentuale di imballaggi riutilizzabili immessi sul mercato e dei sistemi per il riutilizzo degli imballaggi quali, ad esempio: sistemi di restituzione con cauzione, definizione obiettivi qualitativi o quantitativi, incentivi economici, definizione di una percentuale minima di imballaggi riutilizzabili immessi sul mercato annualmente
- Vengono riviste le disposizioni riguardanti i sistemi di restituzione, raccolta, riutilizzo o recupero
- Vengono definiti nuovi obiettivi di riciclaggio:
- Entro il 31/12/2025 riciclaggio almeno 65% in peso
- Entro 31/12/2030 riciclaggio almeno 70% in peso
All’interno di questi obiettivi complessivi sono poi indicati obiettivi specifici per plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone.